RESIDENZA INSINCRONIA 2023.2024
Riparte la stagione del Teatro Trieste 34 con il progetto di residenza dedicato alla danza contemporanea italiana. Nel mese di ottobre 2 compagnie/artisti saranno ospitati all'interno della struttura del teatro e dell'Ostello del Teatro per lavorare alla produzione di un progetto artistico. I due partecipanti alla residenza hanno vinto il Bando Residenze Insincronia promosso da Piacenza Kultur Dom nel mese di maggio.
La residenza organizzata da Piacenza Kultur Dom con il sostegno economico della Fondazione di Piacenza e Vigevano e la Regione Emilia Romagna rientra nel progetto della rete di danza contemporanea regionale E’Bal – palcoscenici per la danza contemporanea sostenuta da ATER Fondazione.
SPIEGAMI
Beatrice Rossetti Maria Chiara Vitti Eleonora Battisti Martina Galli Elena Grandi
L'indagine vuole mettere in luce il percorso introspettivo che ognunə di noi intraprende per costruire la propria identità, in relazione al contesto sociale che lə circonda.
Come fogli di carta, fragili e vulnerabili, diventiamo origami di forma differente a seconda del contesto esterno che incontriamo.
La ricerca pone al centro il rapporto individuo/collettività, in particolare considerando le minoranze che non hanno l’opportunità di esprimere/cercare se stessə in una società che procede ancora per formati prefissati e cuciti sulla maggioranza. Così come ammiriamo un origami senza la necessità di (di)spiegarlo, allo stesso modo una persona deve avere il diritto di essere considerata per ciò che è, senza il bisogno di spiegarsi agli altri.
Spiegami prende ispirazione dalla tecnica Origami e dal lavoro di Trisha Brown. L’interprete muove corpo parola e pensieri su un quadrato di carta bianco 2x2 metri, modificandone la forma, piegandolo e spiegandolo attraverso la ricerca di movimento. La natura della carta apre a possibilità di creazione multidisciplinare, che spaziano dalla coreografia alla scenografia, includendo ricerca sul territorio e videoproiezione.
TERAS
COLLETTIVO FERE
Cos’è l’umano quando incontra il mostro? Cos’è il mostro quando incontra l’umano?
Il desiderio di esplorare questi interrogativi ci ha spinti a intraprendere un viaggio, o meglio un processo di ricerca collettivo, tuttora in fase di sviluppo. Intenti a investigare la nostra mostruosità, abbracciamo le nostre brutture e stranezze, dando vita a soggettività ibride incostante transizione e movimento.
Statement. Il termine greco Teras assume il duplice significato di augurio e mostro, delineando così il carattere complementare di due concetti apparentemente distanti: ciò che schernisce e spaventa è al contempo portatore di buona sorte. Per molte culture antiche la comparsa di figure mostruose presagiva l’imminenza di un evento sovrannaturale, identificandole come autentiche messaggere dello straordinario. Ed è proprio questo carattere di extra ordinarietà ad aver orientato la nostra ricerca verso le molteplici possibilità trasformative del corpo, tra immaginari fantastici e paralleli: una terra di mezzo attraversata da anomalie corporee, creature selvatiche e apparizioni mitiche che sfuggono da categorie semplificatorie.
Costruzione scenica e descrizione. Corpi che mutano. Trasfigurazioni che vengono generate anche attraverso la relazione con elementi di scena materiali e immateriali: strutture mobili, luci, proiezioni, ombre e paesaggi sonori, in un intreccio che a un tempo espande, frammenta e isola il corpo. Sono gli stessi performer a modificare la scena, interagendo e manipolando tali strutture e strumenti multimediali. La combinazione di linguaggi e medium differenti che caratterizza il lavoro è un aspetto imprescindibile. Il tema della complementarietà emerge quindi anche negli aspetti tecnici, oltre che nel concept.
Riferimenti. Gli immaginari che hanno nutrito la ricerca attingono a mondi plurali e distanti nel tempo. Uno dei primi riferimenti è quello del Kamaitachi, figura soprannaturale (più specificamente una sorta di donnola) che nella mitologia giapponese popola il mondo contadino, e rappresenta una creatura dall’azione antitetica: da un lato aggredisce, dall’altro lenisce le ferite delle vittime. Le suggestioni in tal senso provengono soprattutto da uno studio del progetto “Kamaitachi”, (edito da Aperture nel 2009) nato dal sodalizio tra il fotografo Eikoh Hosoe e il danzatore di Butoh Tatsumi Hijikata. Altro spunto fondamentale sono le creature dei bestiari